Misurare il benessere dei dipendenti durante l'emergenza COVID-19: cosa devono sapere i dirigenti delle aziende
Nota della redazione: Dalla pubblicazione, abbiamo aggiornato l'origine dati per fare in modo che tutti abbiano accesso continuo ai dati più recenti. Ulteriori informazioni sull'origine dati più recente.
È chiaro che stiamo vivendo un'epoca di cambiamenti straordinari e rapidi. La pandemia di COVID-19 ci ha lanciato una grande sfida: quella di imparare ad adattarci, rapidamente, giorno dopo giorno. Le poste in gioco sono alte. Le aziende stanno facendo fronte a perdite di ricavi, incertezza finanziaria, problemi lungo la catena di distribuzione, per non parlare dei piani di emergenza per l'interruzione delle attività economiche. Come faranno le organizzazioni, grandi o piccole che siano, a superare la bufera dipende da molti fattori; ma nella lotta per riguadagnare terreno in un panorama così mutevole, i dirigenti aziendali non devono trascurare il loro asset più prezioso: i dipendenti.
La pandemia non ha stravolto solo le attività aziendali. Ha inciso profondamente sul benessere psicologico di ogni dipendente, da chi rischia la vita, come gli operatori sanitari in prima linea, a chi lavora da casa non per un benefit occasionale, ma tutti i giorni a causa delle misure di isolamento. Quando i livelli di stress aumentano, per i dipendenti è più difficile concentrarsi, quindi è essenziale che i datori di lavoro sappiano dove il personale fa più fatica, per fornire un'assistenza mirata e aiutarlo ad adattarsi al cambiamento.
È importante notare che, a differenza di altre crisi, la pandemia di COVID-19 non è un evento singolo; è una crisi in continua evoluzione che ci accompagnerà per il prossimo futuro, per cui è difficile stimare con precisione quali interventi di supporto psicologico saranno necessari nel breve e lungo periodo. Le organizzazioni all'avanguardia si stanno affidando ai dati per pianificare una risposta efficace ed empatica.
Offrire sostegno psicologico ai dipendenti per affrontare l'emergenza COVID-19
Il benessere mentale è una sfida costante per molti, anche in tempi migliori. Infatti, come sottolineano i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), i disturbi psicologici sono tra "i problemi sanitari più gravosi negli Stati Uniti". Ma, come la storia ci insegna, i disturbi mentali si aggravano in tempi di crisi. Secondo il Journal of American Medical Association (JAMA), epidemie e calamità su larga scala sono "quasi sempre accompagnate da un aumento di depressione, disturbo post traumatico da stress, disturbi da uso di sostanze" e molti altri disordini a livello comportamentale e psicologico. Molti esperti stanno già riscontrando un notevole aumento nel numero di pazienti in cura in seguito allo stress derivato dalla pandemia e prevedono che continuerà a crescere.
La CNN riporta che la linea telefonica dedicata al supporto psicologico in caso di calamità, gestita dall'ente federale Substance Abuse and Mental Health Services Administration, ha registrato un aumento delle chiamate a marzo del 338% rispetto a febbraio. E secondo un sondaggio condotto da Ginger, azienda che fornisce servizi di assistenza psicologica on-demand, in seguito all'insorgenza del COVID-19:
- il 91% dei dipendenti che lavora da casa ha riferito di aver provato stress, da moderato a estremo
- l'88% dei lavoratori ha riferito di aver provato stress, da moderato a estremo
- il 69% dei lavoratori ha dichiarato che questo è il momento più stressante nell'arco della propria carriera professionale, inclusi eventi importanti come gli attacchi terroristici dell'11 settembre, la grande recessione del 2008 e altri
- il 62% dei lavoratori ha riferito di aver perso almeno un'ora al giorno in termini di produttività a causa dello stress legato al COVID-19, mentre il 32% ha perso più di due ore al giorno
La perdita di produttività a causa dei problemi di salute mentale è un fattore negativo per il lavoratore e sempre più controproducente per le aziende: nel 2019, prima della pandemia, l'Organizzazione mondiale della sanità aveva stimato che la depressione e l'ansia pesano sull'economia globale per mille miliardi di dollari all'anno. È arduo immaginare quali saranno gli effetti derivati dalla pandemia nel 2020.
Creare una cultura del benessere con i dati
Una cosa intelligente da fare è mettere al centro il benessere mentale dei dipendenti e dare priorità a iniziative in questo senso. Aiutare il personale affinché impari a cavarsela e diventi più resiliente è un obiettivo importante: i dipendenti impegnati e con livelli di benessere alti hanno una probabilità maggiore del 45% rispetto agli altri di adattarsi al cambiamento.
Tenuto conto delle difficoltà di dover gestire, curare e assistere una forza lavoro distratta, fuori sede e con eventuali disturbi psicologici, in che modo i datori di lavoro possono avviare un percorso basato sui dati per comprendere meglio come stanno i dipendenti e ridurre i potenziali rischi che potrebbero presentarsi in futuro? E in che modo i dati possono fare la differenza?
Le analisi sono efficaci quando si basano su dati pertinenti. È incredibile, ma il 31% delle aziende non svolge alcuna analisi dei dati per informare e guidare la strategia aziendale per il benessere e la salute dei dipendenti. Eppure, con i dati giusti, è facile misurare cosa è più importante per la tua organizzazione e sviluppare un quadro solido delle aree che hanno più bisogno di aiuto. Tra le metriche di benessere più comuni ci sono:
- Dati biometrici di base
- Abitudini salutari (attività fisica, dieta, sonno, fumo, consumo di alcolici)
- Dati sulle assenze
- Analisi del sentiment
- Dati dei sondaggi sul grado di soddisfazione dei dipendenti
Visualizzare le metriche sul benessere mentale più importanti
Poiché, in teoria, si può monitorare e analizzare un numero di metriche illimitato, è importante identificare gli aspetti del benessere psicologico che contano di più per la tua organizzazione. Il segreto sta tutto nel misurare dati utili e pertinenti. Se cerchi soluzioni basate sui dati, concentrati su metriche specifiche per la tua cultura e i tuoi processi decisionali.
Le metriche relative al comportamento dei dipendenti possono essere un valido indicatore dello stato di salute mentale. Utilizzando una scheda di valutazione ad hoc, Bell Canada è riuscita a monitorare oltre 90 KPI per una platea che supera i 52.000 dipendenti. L'azienda misura i progressi rispetto agli obiettivi programmati analizzando le metriche legate alle richieste di inabilità a breve e lungo termine, all'impegno dei dipendenti, all'utilizzo dei benefit e altro ancora. Il programma si è rivelato un buon investimento, con un ritorno sugli interessi positivo per oltre sette anni.
Anche se non esiste un approccio unico valido per tutti per sviluppare metriche sul benessere mentale dell'organizzazione, è importante includere dati di qualità dettagliati. Svolgere periodicamente valutazioni sui rischi sanitari (Health Risk Assessments, HRA), con domande sul benessere più generale, è un ottimo punto di partenza per ottenere spunti utili. Ad esempio, Prudential Financial sfrutta i dati delle valutazioni HRA, insieme ai sondaggi sul coinvolgimento dei dipendenti, per migliorare le offerte sanitarie, indirizzare i dipendenti verso le risorse esistenti e stabilire dei punti di riferimento per i prossimi controlli.
Guidare l'azienda con i dati
Con così tante sfide da affrontare a causa della pandemia, emerge tra tutte una priorità: è essenziale sfruttare la potenza dei dati per migliorare la salute mentale del personale. E questa priorità ha un'importanza strategica fondamentale.
Per capire meglio gli effetti del COVID-19 sulla tua organizzazione, ti invitiamo a scaricare la dashboard e la cartella di lavoro Starter. Puoi usare queste risorse per combinare i tuoi dati con il Coronavirus Data Stream della Johns Hopkins University e sviluppare le tue analisi personalizzate.
Per saperne di più sulle risorse sul benessere mentale disponibili per datori di lavoro e dipendenti, consulta questo elenco fornito da Mental Health America.
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